I suoi sabot rosa.

Non c'è niente da fare...Sarò sempre un vizioso ed inguaribile feticista!


Li osservo da lontano, da dietro le sbarre di questa gabbia. Sono il mio piacere più grande, ma anche il mio più intollerabile tormento. Uno splendido paio di sabot rosa impregnati del suo dolce "profumo". Li ha lasciati "distrattamente" a pochi metri da dove mi trovo ora rinchiuso, con le mani legate ed una frustrante erezione. Sogno di immergere il naso dentro di essi, di averli a mia disposizione....Lei ne è consapevole e non perde, ovviamente, occasione per incrementare la mia sofferenza. E' andata avanti e indietro per giorni calzando quegli autentici "gioielli". Io sto sudando freddo....Sono tremendamente eccitato, ma anche desolatamente consapevole della mia impotenza. Desidererei sfiorare con il mio volto il loro interno, inebriarmi del loro odore, succhiarne i tacchi devotamente...La mia carceriera ritorna. Finge di non accorgersi delle mie pene. Ride, ed un pò civettuola mi dice che camminare a piedi nudi per casa, in estate, è un toccasana per le sue affaticate estremità, ma che senza i suoi "magici" sabot rosa non si sente pienamente femmina. " Non trovi siano meravigliosi ?", mi chiede avvicinadosi alle sbarre della gabbia con gli oggetti del mio desiderio in mano. Sto per svenire dal piacere...Cerco di avvicinarmi per poter squadrare minuziosamente ogni centimetro del loro interno. Lì, dove alberga il suo "sapore". Con la coda dell'occhio osservo i suoi piedini. Ilaria, la mia splendida Dea, mi concede di ripulirli raramente, ma quando me li spalma letteramente sul volto, madidi di sudore, credo di toccare davvero le vette del piacere. Si siede sulla gabbia ed indossa i sabot, facendoli dondolare in modo da mostrarmi le sue morbide, nonchè impolverate piante. Cerco di avvicinarmi con il bacino a quella meravigliosa visione. E' troppo! Esplodo tutto il mio piacere, senza ritegno. La mia mente è completamente assoggettata alle perversioni della mia regina. Non posso ribellarmi e, soprattutto, non mi sfiora proprio l'idea di farlo. Lei si rimette in piedi. Guarda divertita ciò che è accaduto e scoppia in una sarcastica risata che mi umilia e mi eccita al contempo. "Guarda un pò il mio cagnolino cosa ha fatto!!!", la sento esclamare. Con fare infantile si sfila gli zoccoli, raccoglie ciò che rimane del mio piacere direttamente dalla fonte che lo ha generato, e li ricalza calpestando soddisfatta il "frutto" della mia venerazione. Poi, esce dalla stanza lasciandomi in un nuovo stato di costernata eccitazione.....