L' Angelo caduto.

L'Angelo caduto.

E' caduto un Angelo. L'ho scorto girovagando senza meta tra i mille portali di uno specchio inerte, che non riflette la mia immagine. Ha il volto del colore della porcellana, il mio Angelo, il corpo di una Dea e la sua pelle è sfiorata dalla brezza del vento, quando, di notte, soffia violentemente tra le fronde degli alberi. Il suo nome evoca tormenti e piaceri. I suoi colori sono quelli della passione, dell'incoscienza e del vespro che fa da sfondo ad un mare di stelle nascenti: il rosa shocking, perchè ne esalta la freschezza dell'età, il rosso, che ne evidenzia la voluttà, ed il blu notte, che ne sottolinea la celestialità di fronte alla quale i diamanti del firmamento sembrano perdere la loro intensità. Non brandisce un' arma perchè, con il suo sorriso, annichilisce chi osa minacciarla. Ma, soprattutto, non è avvolta dal candore di un bianco che non sprigionerebbe quel calore che lei trasmette. La osservo, dietro questo specchio, e capisco che è solo un'illlusione, una proiezione onirica di un qualcosa che si perde nella notte dei tempi. Mi sfugge quando apro gli occhi della ragione. Ma io desidero ardentemente non schiuderli mai.....